PNRR e parità di genere: un approccio strategico
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

PNRR e parità di genere: un approccio strategico

disparità genere uomo donna

Strategie e sfide per un futuro inclusivo

In linea con la Strategia Europea per la parità di genere, l’Italia ha intrapreso passi importanti attraverso la Missione 5 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), intitolata “Inclusione e Coesione”. Questa missione si articola su tre principali aree di intervento: politiche per il lavoro, sostegno alle infrastrutture sociali, famiglie, comunità e il terzo settore, e misure speciali per la coesione territoriale.

Bonus Natale 2024:
a chi spetta e cosa c'è da sapere

Obiettivi principali per la parità di genere e l’inclusione

L’Italia persegue la promozione della parità di genere con strumenti innovativi come l’introduzione della certificazione di parità di genere e programmi di welfare su misura per gli anziani non autosufficienti. Importante anche la recente legge quadro sulla disabilità.

Un passo cruciale è rappresentato dalla Strategia Nazionale per la Parità di Genere 2021-2026, che esamina le disparità di genere sotto cinque aspetti fondamentali:

  • Lavoro
  • Reddito
  • Competenze
  • Tempo
  • Potere

Disparità di genere nel mondo del lavoro

Il mercato del lavoro riflette ancora una visione superata dei ruoli di genere, spesso definita “mainstreaming”. Permane la convinzione che il lavoro sia più importante per l’uomo rispetto alla donna. Di conseguenza, il tasso di occupazione femminile è inferiore del 20% rispetto a quello maschile. Inoltre, quando le donne diventano madri, il divario occupazionale sale al 30%. In particolare:

  • Il 33% delle donne lascia il lavoro alla nascita dei figli.
  • Il 38% delle donne modifica la propria situazione lavorativa per esigenze familiari, contro il 12% degli uomini.
  • Il 33% delle donne sceglie il part-time, contro solo l’8% degli uomini.

Le donne sono anche maggiormente concentrate in settori come l’istruzione, la sanità e il sociale, in cui solo il 26% dei lavoratori è uomo. Le imprese femminili, invece, rappresentano solo il 22% del totale, contro una media europea che già nel 2014 era del 30%.

Divario retributivo: Il gender Pay Gap

Il gender pay gap nel settore privato italiano è del 24%, con una retribuzione femminile significativamente inferiore nei settori più specializzati e maschili. Questa disparità salariale si riflette lungo tutta la carriera delle lavoratrici, con effetti negativi anche sulle pensioni. Infatti, il gender pension gap è del 32,1%, causando una minore capacità di risparmio per le donne.

Competenze ed educazione: Le donne superano ma STEM è ancora dominato dagli uomini

Le donne tendono a laurearsi più spesso, più velocemente e con voti migliori rispetto agli uomini, ma solo il 27% di loro sceglie materie STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica).

Il lavoro non retribuito: un peso preponderante

In Italia, il divario nel lavoro non retribuito è particolarmente accentuato. L’81% delle donne si dedica quotidianamente alla cura della casa e della famiglia, contro solo il 20% degli uomini, posizionando il paese in coda all’Europa. La pandemia ha aggravato questa situazione: a dicembre 2020, 99.000 donne hanno lasciato il lavoro per esigenze familiari.

Potere e rappresentanza: progressi nella leadership ma sfide aperte

Un risultato positivo riguarda la rappresentanza femminile grazie alla Legge Golfo-Mosca (Legge 120/2011), che ha introdotto le quote di genere nei consigli di amministrazione delle società quotate. Grazie a questa legge, l’Italia vanta dati migliori della media europea in termini di partecipazione femminile nei consigli di amministrazione. Questo intervento ha anche ispirato la Direttiva Europea del 22 novembre 2022, che estende tale obbligo a tutta l’Unione Europea.

Tuttavia, i benefici non si estendono alle società non quotate, e senza un cambiamento culturale profondo, gli effetti positivi di questa legge potrebbero non riflettersi nelle altre aree della società.

Il Futuro: un cambiamento culturale è essenziale

È evidente che, oltre alle normative, è indispensabile una misurazione costante dei loro effetti e l’implementazione di azioni positive a tutti i livelli della società. Tuttavia, per ottenere un cambiamento duraturo verso la parità di genere, è fondamentale un mutamento culturale radicale. Solo così sarà possibile superare gli stereotipi di genere e raggiungere una vera equità nel lavoro e nella vita quotidiana.

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 6 Settembre 2024 13:48

L’appello di Papa Francesco: “Scacciare l’uso di alcool e droghe”

nl pixel